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In Ateneo

Come trasformare un'idea in business? Il Presidente di Geox incontra gli studenti

11 Aprile 2017

Come può un’idea apparentemente semplice, come l’intuizione che ebbe nel deserto del Nevada il fondatore del gruppo Geox Mario Moretti Polegato, diventare la base per creare un business internazionale? L’ha spiegato agli studenti che hanno affollato la Sala Consiglio di Facoltà ieri sera il Presidente dell’azienda, intervenuto a portare la sua testimonianza per il ciclo di incontri Top Experiences.

Moretti Polegato racconta agli studenti la storia del suo gruppo industriale, e lo fa fissando alcuni punti fermi che indica ai ragazzi come le tappe essenziali per trasformare un'idea in business: “Per prima cosa bisogna creare qualcosa, o migliorarla. Io ebbi l’intuizione di bucare la suola di gomma delle scarpe con le quali stavo camminando nel deserto, per migliorarne la traspirazione: un’idea che, con mio grande stupore, non aveva ancora avuto nessuna delle grandi aziende che producevano calzature. Il secondo passaggio è la tutela della proprietà intellettuale;  bisogna brevettare la propria idea, fare in modo di poterla monetizzare, sia che la si sfrutti direttamente, sia che alla fine la applichi qualcun altro. Infine, l’ultimo passaggio è il test e il collaudo del prodotto. Per farlo ci vanno soldi, investimenti e la collaborazione di un team, ad esempio di un'università. Ma non bisogna scoraggiarsi: anche in Italia si può fare innovazione, anzi. Io sono convinto che gli stranieri debbano venire  nel nostro Paese  per comprare non solo prodotti, ma idee e che l’innovazione diffusa possa creare ricchezza in Italia”.

D’altra parte, gli italiani sono conosciuti a livello internazionale per la loro creatività; Polegato invita gli studenti ad applicare questa capacità creativa all’innovazione e li esorta a pensare che replicare la sua storia di successo è possibile: “Il primo passaggio fondamentale è stato il brevetto della mia idea. L’ho richiesto subito, appena perfezionata la mia idea grazie ad una membrana utilizzata per applicazioni spaziali. Poi ho passato tre anni nella ricerca di un partner che lavorasse nel mondo delle calzature e nessuno ha creduto che la mia idea fosse vincente, ma io non mi sono arreso e alla fine ho deciso di partire da solo. Ho cominciato con cinque ragazzi, praticamente in un garage. Oggi nel gruppo Geox lavorano 30 mila persone, siamo prima azienda italiana per dimensione, presenti in 115 paesi al mondo. D’altronde, il 95% dell'umanità usa scarpe con suola di gomma, e solo Geox ha questa tecnologia, che nel tempo abbiamo applicato anche a altri settori, come l’abbigliamento sportivo.  Abbiamo sempre investito in ricerca: il 2 per cento del nostro fatturato è investito in ricerca e sviluppo, tanto che abbiamo circa 40 prodotti nuovi non ancora immessi sul mercato. Ma, lo voglio sottolineare, tutto è partito da quell’idea. Ed è estremamente importante pensare che questa storia di successo si debba ripetere nel nostro Paese a macchia di leopardo. Per tanti anni l'Italia ha esportato braccia; oggi deve esportare progetti”.

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