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In Ateneo

Sfida all’Intelligenza Artificiale e al riconoscimento facciale negli spazi urbani, alla Bi-City Biennale di Shenzhen-Hong Kong

21 Novembre 2019

L’edizione 2019 dell'evento sull’architettura più visitato al mondo, la Urbanism and Architecture Bi-City Biennale (UABB) of Hong Kong and Shenzhen, sarà la prima grande esposizione a fare uso dell’Intelligenza Artificiale e del riconoscimento facciale al fine di indagare l’impatto delle tecnologie digitali sulle città. Allestita nella città di Shenzhen, al confine con Hong Kong, la sezione “Eyes of the City” si comporrà di lavori critici e originali sulla vita "aumentata digitalmente" e sulle città che possono “vedere”, grazie al contributo di oltre 60 architetti e designer di fama internazionale, tra i quali MVRDV, Yung Ho Chang, e Mieke Gerritzen. Il curatore e professore al MIT Carlo Ratti e i curatori accademici del Politecnico di Torino e della South China University of Technology presenteranno la selezione finale all’inaugurazione della Biennale, il 21 dicembre 2019.

"In un momento in cui tecnologia urbana e riconoscimento facciale sono al centro di divisioni e conflitti, da Hong Kong a San Francisco, la nostra esposizione vuole fornire una riflessione critica", afferma Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology.

Le installazioni di “Eyes of the City” vogliono rispondere a una precisa domanda: cosa succede quando una città permeata di sensori acquisisce l’abilità di vedere, come se avesse dei veri e propri occhi? La mostra UABB avrà luogo nella stazione dell'alta velocità di Futian a Shenzhen, da dove partono i treni che connettono la Cina continentale a Hong Kong in meno di 15 minuti. A causa dell'impatto delle nuove tecnologie, in tutto il mondo le stazioni ferroviarie, così come altri spazi pubblici, si stanno trasformando da spazi di anonimato a luoghi di costante raccolta dati.

“Considerato che le tecnologie digitali permeano sempre di più gli spazi fisici delle nostre città, le stazioni dei treni sono tra gli spazi pubblici in cui è probabile che si verifichino i cambiamenti più radicali”, afferma Carlo Ratti. “Per molto tempo le stazioni sono state luoghi in cui si poteva vivere l’anonimità urbana nella sua massima espressione. Già oggi, invece, diventano esempio di un ambiente fisico capace di riconoscerci e di reagire alla nostra presenza in tempo reale. Nelle stazioni, come negli aeroporti, possiamo fin da ora osservare lo scenario di “Eyes of the City” e cominciare a riflettere criticamente su questo cambiamento.”

“Abbiamo coinvolto tutti coloro che si occupano di città – architetti e urbanisti, ma anche economisti e filosofi – per comprendere l'impatto delle nuove tecnologie sul nostro futuro urbano", dichiara il professor Michele Bonino - delegato del Rettore per le relazioni con la Cina del Politecnico. "L'esposizione ‘Eyes of the City’ presenta un nuovo modo di vedere noi stessi. Siamo grati a UABB per averci dato l'opportunità di esplorare queste tematiche con onestà e trasparenza, in un momento così critico." Il team Polito comprende Edoardo Bruno, Valeria Federighi, Camilla Forina, Monica Naso".

“Eyes of the City” sarà la prima esposizione a incorporare i meccanismi di riconoscimento facciale nella sua stessa sede. I visitatori saranno sottoposti a scansione facciale, accedendo alla mostra dai due info point progettati dal celebre studio olandese MVRDV, agli estremi opposti della sede. Tuttavia, a differenza di simili sistemi messi in campo in diverse città del mondo, ciascun meccanismo agirà in modo trasparente: il posizionamento delle telecamere sarà segnalato in tutti gli spazi e i visitatori che non vorranno essere riconosciuti potranno indossare un marchio speciale sul viso per rimanere anonimi, segnalando in questo modo agli altri il loro punto di vista. "Riteniamo che sia vitale avere la possibilità di scegliere, non solamente online, ma anche nello spazio della città a realtà aumentata", aggiunge Ratti.

Un’ulteriore installazione, che sottolinea la visione proposta dalla sezione “Eyes of the City”, è quella del noto architetto cinese Yung Ho Chang, che consiste in una serie di telescopi rovesciati, i quali ci invitano a “Guardare Indietro” alla tecnologia, incoraggiando una relazione bidirezionale tra umanità e città digitale: oltre alla sezione "Resisiting technologies", il percorso espositivo verrà diviso in una serie di sotto-sezioni dedicate all'esplorazione dei diversi campi nei quali gli "occhi della città" possono influenzare il panorama urbano di domani.

"Le installazioni avranno a che vedere con argomenti vari come le dinamiche di trasformazione di Shenzhen e la memoria collettiva, le trasformazioni apportate all'infrastruttura urbana dalla mobilità autonoma, la convergenza sempre maggiore tra quello che è naturale e ciò che è artificiale, e le modalità con cui l'intelligenza artificiale può supportare o disgregare i processi di progettazione e costruzione" aggiunge Bonino. La lista degli studi e dei progettisti coinvolti nell'esposizione "Eyes of the City" include nomi importanti come Baukuh, Cui Kai, Dominique Perrault Arquitecture, Future Firm, Jeanne Gang, Thomas Heatherwick, Liu Jian, Antoine Picon, Terreform ONE, XKool, Long Ying, J. Meejin Yoon, Liam Young, Philip F. Yuan, Zhang Li.

L’esposizione è il risultato di un processo di "curatela open-source". Oltre 280 candidati da tutto il mondo hanno risposto a un bando pubblico che si è tenuto dal primo aprile al 30 marzo di quest’anno. Durante il processo molti architetti, designer, filosofi, scienziati e scrittori di alto livello sono stati coinvolti in qualità di "contributori fondativi", per riflettere e rispondere ai temi di fondo contenuti nella dichiarazione curatoriale. Quest’ultima è stata ispirata dall’espressione ‘occhi della strada’ (“Eyes on the street”, simile al titolo “Eyes of the City”), coniata dall’attivista urbana Jane Jacobs negli anni Sessanta al fine di trasmettere quanto le persone siano fondamentali per gli spazi urbani – dal miglioramento della sicurezza di quartiere al consolidamento delle comunità.

“Lo storico americano della tecnologia Melvin Kranzberg ebbe ad affermare che ‘la tecnologia non è buona o cattiva, né tantomeno neutrale’”, aggiunge Ratti. “Uno dei principali obiettivi di 'Eyes of the City' consiste nell’esortare i visitatori a prendere una posizione, al fine di evitare le pericolose implicazioni della neutralità. Adottando il design critico come strumento, tenteremo di creare esperienze che incoraggino le persone a farsi un’opinione.”

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Progetto di allestimento:

Nell’edizione 2019, l’UABB sarà la prima Biennale di architettura al mondo interamente prodotta in loco. Come parte dell’approccio di "curatela open-source", gli espositori hanno prodotto una serie di cianografie con istruzioni dettagliate sulle modalità di realizzazione di ciascuna installazione. Le cianografie sono state inizialmente condivise per via digitale con il team di curatori, che successivamente le hanno rese disponibili ai fornitori localizzati a Shenzhen, i quali al momento stanno finalizzando la costruzione delle installazioni. In un secondo momento tutti i progetti saranno condivisi online, in modo che chiunque possa scaricarli e, potenzialmente, ricostruire la Biennale da sé. Ispirata dal movimento Fab Lab iniziato dal professor Neil Gershenfeld del MIT, questa scelta vuole essere sia un tributo al ruolo di Shenzhen come "fabbrica del mondo", sia un tentativo di allargare i confini del design open-source, che si basa su informazioni condivise digitalmente. Questo approccio ha reso possibile lo sviluppo di un'intera Biennale virtuale, evitando le spedizioni internazionali e di conseguenza riducendo l'impatto sull'ambiente.

L'esposizione, che si estende su una superficie di oltre 5.000 metri quadrati, interpreta la sua sede, grande hub di trasporti, adottando un design ispirato alle aree commerciali duty-free. L'allestimento creativo degli spazi è stato sviluppato da CRA e dal Politecnico di Torino, mentre il linguaggio visivo è stato ideato dalla grafica olandese Mieke Gerritzen.

"Eyes of the City" è una delle due sezioni principali dell'8^ edizione di UABB, dedicata al tema globale delle "Urban interactions", le interazioni urbane. L'altra sezione principale, chiamata "Ascending Cities", è curata dal celebre accademico cinese Meng Jianmin e dal critico d'arte italiano Fabio Cavallucci.