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Ricerca e innovazione

Un Atlante del Cibo per Torino Metropolitana

30 Maggio 2017

Un repertorio di rappresentazioni, info-grafiche, video, testi, ricerche, articoli, a disposizione del cittadino e funzionali ad un’analisi e rappresentazione del “sistema cibo” di Torino e provincia. È questo l’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana, presentato lunedì 29 maggio scorso nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale. Si tratta di un progetto interateneo, promosso da Università, Politecnico e Università di Scienze Gastronomiche in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, che rappresenta una ricerca transdisciplinare ad oggi unica nel suo genere.

L’obiettivo è produrre nuova conoscenza sul sistema alimentare metropolitano, aggregando e sistematizzando le informazioni già esistenti e proponendo una visione di crescita che avvalori le potenzialità del territorio. La ricerca, dal respiro pluriennale e che aspira a diventare un modello replicabile in altri contesti, vuole infatti rispondere al bisogno conoscitivo (che emerge non solo a livello locale, ma anche internazionale) e di messa in rete di attori, sotteso alla volontà di supportare la progettazione di politiche alimentari della città metropolitana e di migliorarne la gestione ordinaria del sistema produttivo e distributivo. 

L’Atlante è uno strumento di narrazione, di analisi, di monitoraggio, attraverso processi di mappatura e funzioni che consentono la connessione d’informazioni esistenti, con la possibilità di effettuare approfondimenti tematici, geografici e culturali, per riflettere sul sistema territoriale del cibo. Ambisce ad accrescere la consapevolezza tra la cittadinanza e i decision-makers, creando nuove occasioni di dialogo, confronto e condivisione degli obiettivi per un benessere diffuso.

L’Atlante del Cibo dunque può essere utile a chi interviene nella regolamentazione e valorizzazione del sistema alimentare territoriale, a chi indaga la sua sostenibilità, a chi opera nelle diverse fasi che vanno dalla produzione alla gestione dei rifiuti e dello spreco, a chi semplicemente è curioso di conoscere meglio il sistema del cibo torinese.

Mette a disposizione una prima serie di informazioni verificate, trasparenti e aggiornate, che possono aiutare a progettare nuovi prodotti e servizi, e più in generale, ad attivare sul territorio un processo d’innovazione culturale: un terreno nel quale possono crescere nuove idee, modelli di business, orientati ad una sostenibilità di sistema, come evidenzia Paolo Tamborrini, del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico.

A Torino e in Piemonte il tema del cibo riveste storicamente un ruolo di primo piano: il settore dell’enogastronomia e della ristorazione di eccellenza rappresenta, infatti, un asset maturo della città, soprattutto in termini di valorizzazione del territorio e sviluppo turistico. Basti pensare alla rete di produzioni di qualità (vino, cioccolato, prodotti da forno), alla presenza di grandi mercati (fra tutti Porta Palazzo) e alle relative competenze e saperi che costituiscono un capitale materiale e immateriale di grande rilievo.

Il cibo è infatti una delle risorse strategiche sulle quali si sta ridefinendo il ruolo della Torino post-industriale, tanto verso l'interno quanto nelle reti urbane internazionali, sia da un punto di vista materiale (attività economiche, trasformazioni urbane, flussi, etc.), sia sotto l'aspetto simbolico e di costruzione di una nuova immagine della città.

“I nostri Atenei sono chiamati a dare una risposta alle sfide di domani”, ha ricordato nel corso della presentazione il Prorettore Michela Meo, che ha concluso: “La complessità di questi temi, come appunto quello del cibo, richiede una complessità anche nelle risposte, che viene solo dalla messa a sistema delle diverse competenze, per cui è importante l’approccio interateneo di questo progetto. Un approccio che permette di mettere a servizio di tematiche come questa competenze, ma anche tecnologie all’avanguardia, come in questo caso, che permettono di creare strumenti realmente inclusivi e partecipativi, permettendo a tutti i cittadini di contribuire all’elaborazione di nuove politiche”.

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