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Studenti@PoliTO

Insta-Turin: conoscere la città attraverso i social

22 Gennaio 2021

I social network possono fornire una nuova chiave di lettura per la vita in città e dare agli urbanisti uno strumento efficace per programmare il futuro della progettazione cittadina. È quanto emerge dal lavoro di ricerca svolto da Adriano Aimar, neo-laureato al Politecnico in Architettura Costruzione Città, per la sua tesi magistrale dal titolo originale di “Insta-Turin. Rivedere la nozione di spazio, comunità e prossimità nella città contemporanea attraverso i social urban data di Instagram”, che ha avuto come relatore il prof. Matteo Robiglio, docente di Composizione Architettonica Urbana al Politecnico e come co-relatore il prof. Marco Brambilla, che insegna Sistemi di Elaborazione delle Informazioni al Politecnico di Milano.

Proprio attraverso i dati di geolocalizzazione dei post Instagram di cittadini torinesi e turisti, Aimar ha analizzato quali siano i luoghi più frequentati – e di conseguenza condivisi sui social – di Torino, mettendo in correlazione le varie zone della città e identificandone gli snodi centrali.

Uno di questi è risultato essere il Politecnico, che con i suoi oltre 6 mila tag è risultata la prima istituzione nel campo dell’istruzione per post condivisi. Un luogo immerso nel contesto urbano anche oltre la sua funzione didattica, perché i tag che lo riguardano sono messi in relazione con posti legati non solo allo studio e al lavoro, ma anche allo svago, complice la bellezza del parco che circonda il Castello del Valentino.

“L’idea mi è venuta nel mio percorso di studi presso l’Alta Scuola Politecnica – spiega Aimar, che collabora con il centro interdipartimentale FULL-The Future Urban Legacy Lab del Politecnico – un ambiente che consente di mettere insieme saperi diversi per approfondire aspetti altrimenti nemmeno immaginabili del proprio campo di ricerca. Grazie alla mia formazione di architetto e all’impulso dei docenti per lo studio dei Big Data, è maturata l’intuizione di guardare i social come specchio in cui leggere i luoghi che compongono la città in modo nuovo, come una rete”.

Una trama intricata di collegamenti che vanno da un capo all’altro di Torino: è questo che si vede nelle tavole che corredano la tesi di Aimar. I dati riguardanti i post sono stati suddivisi in diversi cluster, che aggregano in base all'affinità sociale i luoghi concepiti come nodi di un insieme di sotto-reti.

“Questo può essere uno strumento importante per gli urbanisti – prosegue Aimar - perché consente di monitorare in maniera puntuale l’evolversi di fenomeni urbani come il rapporto tra centro e periferia, oppure la percezione della città da parte di chi la vive: attraverso i social media possiamo leggere la città del quotidiano attraverso la rilevanza che le persone danno ai fenomeni e all'esperienza che avviene nell'ambito essa”.

Questo tipo di ricerca potrebbe segnare l’inizio di un nuovo approccio nella progettazione della città del futuro, ma potrebbe avere anche delle implicazioni sulla privacy, visto che i dati sono sensibili. Al momento Instagram non permette di ottenere ulteriori informazioni sui singoli utenti, a parte la geolocalizzazione e gli hashtag che condividono spontaneamente.

“La mia tesi è solo l’inizio – conclude Aimar - i dati hanno bisogno di essere interrogati e verificati con le persone. La prossima fase riguarderà la somministrazione a campione dei risultati della tesi, per verificare che la percezione che ne emerge sia corretta e capire in che misura vada letta. Questo strumento non è un oracolo, ma potrebbe indicare un modo nuovo di interagire con la vita quotidiana di una metropoli”

 

foto: Michele D'Ottavio

grafiche: dalla tesi di Adriano Aimar