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In Ateneo

"Comunità di conoscenza e innovazione" per superare l'attuale crisi sociale ed economica

22 Gennaio 2020

“Ci proponiamo di far nascere in questa città, nella sua area metropolitana e nell’intera Regione distretti di sviluppo delle nostre imprese basati sulla co-presenza di enti pubblici e privati. Sono “comunità di conoscenza e innovazione”, come le chiamerebbe l’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia. Aree in cui le università del territorio esercitano, per aree tematiche ben precise (la Città dell’Automobile e della Manifattura 4.0, la Città dell’Aerospazio, la Città della Salute e dell’Innovazione, la Città della Scienza, il Distretto del Digitale, Il Parco dell’Economia Circolare, ecc.) la proprie funzioni di formazione (da quella accademica, a quella professionalizzante, a quella continua), ricerca applicata, supporto alla innovazione, condivisione della conoscenza al servizio delle imprese e della società. Questi processi vengono fatti insieme alle imprese insediate in quelle aree per realizzare compiutamente quel passaggio da “Università fabbrica” a “Università Piattaforma”, per riqualificare le imprese esistenti e attrarne di nuove, per preservare posti di lavoro e crearne di nuovi, per dare nuova vita a aree del nostro tessuto metropolitano e regionale un tempo pervase da un fervore industriale e oggi almeno parzialmente abbandonate”. È questo il messaggio chiave lanciato oggi dal Rettore Guido Saracco in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2019/2020 del Politecnico di Torino.

Un processo che deve essere condiviso: “Dobbiamo cambiare insieme per dare vita a una nuova, concreta speranza”, continua il Rettore: “Molte istituzioni hanno capito che devono cambiare ed hanno nei fatti intrapreso un percorso di cambiamento, ma per non vanificare gli esiti di questo processo è vitale cambiare insieme verso obiettivi comuni, attraverso progetti concreti”.

In questa direzione il territorio piemontese ha elaborato un progetto di sviluppo della propria imprenditoria a cui hanno contribuito numerosi attori: le università, le associazioni imprenditoriali, gli enti governativi territoriali, le rappresentanze sindacali, le fondazioni bancarie. A fronte di questa progettualità, dei finanziamenti già messi a disposizione dagli Enti Territoriali (la Regione Piemonte, le Università e la Camera di Commercio di Torino in particolare) e dei concreti passi avanti già fatti in questa direzione, il Governo ha recentemente annunciato un finanziamento complessivo di 150 milioni di euro.

Il Rettore ha concluso l’intervento proprio chiedendo al Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, presente alla cerimonia nel suo primo impegno ufficiale nel nuovo incarico di Ministro,di “vegliare su questo processo e sostenerlo con forza, come esempio di attuazione di quel ruolo di impulso sociale che le università possono e a nostro avviso debbono dare.Ci aiuti a sostenere la profonda alleanza che abbiamo intrapreso con gli altri attori sociali perché qui a Torino si possa dare vita a una nuova, concreta speranza”.

Il Ministro ha raccolto le osservazioni del Rettore e ha commentato: “Per poter fare una politica efficace nel campo dell’Università e della ricerca bisogna avere una visione. Il pregio delle parole del Rettore è stato di descrivere la missione del Politecnico all'interno delle nuove prospettive che si stanno aprendo. In Italia abbiamo un grande sistema universitario, che rappresenta un valore inestimabile per il Paese, da salvaguardare sapendo che si tratta di una rete di infrastrutture molto varia per dimensioni e peculiarità: una diversità che rispecchia quella del nostro Paese, la vera forza dell’Italia. L’università deve contribuire in modo significativo alla riduzione dei divari sociali, all'interno delle comunità e dei territori locali. Il tema del merito è importante e deve essere al centro della mobilità sociale. Eppure il merito non deve separare i pochi dai molti, ma aiutare tutta la comunità a crescere: chi ha di più deve aiutare chi ha di meno. Dobbiamo partire dai giovani, dagli studenti, perché l’Università è stata concepita come sistema per insegnare a loro. I giovani sono il carburante del nostro futuro.”

Ha dato infine il proprio contributo all'approfondimento sulle tematiche del cambiamento, con un focus particolare sul cambiamento climatico e le strategie per garantire uno sviluppo sostenibile, il professor Enrico Giovannini, portavoce dell’ASVIS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che ha arricchito la cerimonia con una lectio dal titolo: “Sviluppo sostenibile: il nuovo paradigma per l’economia e la società”.

“È un onore essere qui oggi per parlare di sviluppo sostenibile, una scelta azzeccata perché è questo l’ambito nel quale la società si aspetta azioni importanti da parte delle istituzioni. È un tema epocale in un momento di cambiamenti radicali nel nostro modo di pensare il concetto di sviluppo. C’è un forte interesse da parte della gente e delle istituzioni verso l’ambiente e la sostenibilità e noi, in quanto Università, dobbiamo rispondere a questa domanda di cambiamento. Dobbiamo rispondere alle preoccupazioni della gente e immaginare un futuro diverso", ha detto il professor Giovannini "Fino ad oggi abbiamo usato il paradigma della crescita incentrato sulla produzione, ma si sta rivelando una ipotesi falsa.  Bisogna puntare al benessere delle persone. In questo senso l’agenda 2030 delle Nazioni Unite ci offre gli spunti necessari per agire sui nostri modelli di sviluppo. È una questione etica, che ci chiama a esplorare i fondamenti razionali per insegnare buoni comportamenti. Le Università devono insegnare questi comportamenti, garantendo alle generazioni future gli stessi diritti di chi ha vissuto prima di loro e pari opportunità di successo”.

Discorso di Guido Saracco - Rettore application/pdf (172,29 kB)

Diapositive di Guido Saracco - Rettore application/pdf (11,15 MB)

Discorso di Bruno Mattia Codispoti - Rappresentante degli Studenti application/pdf (647,11 kB)

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