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In Ateneo

Gli studenti di Torino a scuola al Politecnico

1 Luglio 2020

Da settembre gli alunni delle scuole primarie e secondarie di Torino potranno fare lezione anche al Politecnico. Sono 11 le aule (4 in via Boggio e 7 nella sede di via Morgari) che gli Organi di Governo hanno concordato di mettere a disposizione della città di Torino, alla ricerca di nuovi spazi per la didattica in presenza in autunno, quando le scuole riapriranno ma le aule non potranno contenere tutti gli studenti a causa delle misure di distanziamento che impongono spazi spesso non disponibili nei plessi scolastici.

“Si tratta di una decisione improntata alla solidarietà, che credo sia un valore ancora più importante in questo periodo”, spiega il Rettore Guido Saracco, che prosegue: “Siamo convinti che l’esperienza scolastica in presenza sia fondamentale per gli studenti di ogni ordine e grado, dalle scuole primarie all’università, perché si impara non solo dalle nozioni che vengono trasmesse dagli insegnanti, ma anche dal confronto con i compagni”, prosegue Saracco. La decisione, quindi, è stata naturale: le 11 aule destinate al progetto non sarebbero utilizzabili dal Politecnico, perché troppo piccole per ospitare classi universitarie con le misure di distanziamento, ma sono perfette per una classe scolastica di 20 o anche 30 alunni. Inoltre, si prestano bene allo scopo perché sono dislocate in due blocchi forniti dei necessari servizi e ben delimitabili, che saranno quindi affidati in via esclusiva alle scuole destinatarie, senza commistione con gli studenti universitari.

Un’esperienza all’università già negli anni della scuola che però potrà comunque essere valorizzata: “In via Boggio siamo a due passi dal nostro Incubatore I3P e in via Morgari si respira l’aria dei nostri corsi di Architettura: sono convinto che troveremo il modo di coinvolgere i ragazzi nelle nostre attività, facendoli entrare in contatto con le discipline scientifiche che sono oggi sempre più fondamentali e vanno valorizzate fin dai primi anni di scuola, anche scoprendo nuovi intrecci con le discipline più umanistiche”, conclude il Rettore.

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