Questo è l'Archivio del Magazine Poliflash per gli anni 2016-2022.
Gli articoli della edizione corrente sono disponibili sul nuovo sito.
In Ateneo

Il Politecnico di Torino e la Cina: 10 anni di collaborazione

5 Settembre 2016

Nel 2005 erano 9 in tutto gli studenti cinesi iscritti al Politecnico; oggi sono 1271, più del 24% del totale degli studenti internazionali dell’Ateneo. Numeri che da soli danno il senso di come negli ultimi 10 anni sia cresciuta la collaborazione tra il Politecnico di Torino e la Cina; ma lo scambio di studenti non è certo l’unico aspetto rilevante della partnership tra l’Ateneo e le principali università cinesi, che si articola ormai in attività di ricerca e trasferimento tecnologico comuni, laboratori congiunti e occasioni di scambio in tutti i settori dell’Architettura e dell’Ingegneria.

Rientrato dalle celebrazioni in occasione dei 10 anni del Campus sino italiano presso la Tongji University, che si sono tenute a Shanghai alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, il Rettore del Politecnico di Torino Marco Gilli ha fatto il punto sui risultati ottenuti in questi anni e sulle prospettive di collaborazione future con il Paese asiatico, insieme al Vice Rettore per l’Internazionalizzazione Bernardino Chiaia e a Michele Bonino, delegato del Rettore per le attività con la Cina.

Con circa 2000 istituzioni, il sistema universitario cinese è il più grande del mondo. In questi ultimi dieci anni, grazie a politiche e investimenti mirati, la Cina è diventata uno dei principali attori mondiali nel campo dell'alta formazione, della ricerca scientifica, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione, come testimoniano i ranking internazionali che vedono molte delle sue università tra le migliori al mondo. L’internazionalizzazione è un elemento cardine delle attività di didattica e ricerca in Cina. Questo processo di rinnovamento è direttamente collegato a un'economia e una società che stanno crescendo e cambiando ad una velocità mai vista prima in un grande sistema; una crescita che porta con sé sfide in tutti i settori, dallo sviluppo urbano, al restauro architettonico, alla mobilità, alle energie rinnovabili, ai sistemi di produzione, fino all’IT e a tutte le sue applicazioni, solo per citarne alcuni.

Il Politecnico ha saputo inserirsi in questo processo di sviluppo fin dai suoi inizi e la collaborazione con la Cina è diventata la base delle sue politiche di internazionalizzazione; nel 2006 nacque come iniziativa pilota dei governi italiano e cinese il progetto PoliTong, di scambio reciproco e apertura di un campus sino italiano presso l’università Tongji di Shanghai, che vedeva coinvolto il Politecnico di Torino insieme a quello di Milano, con accordi di doppio titolo e scambio di studenti e docenti. Da allora, la collaborazione è cresciuta ed ha coinvolto circa 900 studenti cinesi e 360 italiani provenienti da Torino. Allo stesso tempo, le partnership istituzionali del Politecnico in Cina sono cresciute in numero e importanza, con accordi con tutte le principali università tecniche cinesi, come Tongji University, Tsinghua University, Università Jiaotong di Shanghai, Xi'an Jiaotong University, South China University of Technology, Beijing Institute of Technology, Harbin Institute of Technology, Beihang University. Tutti atenei che negli ultimi anni hanno ricevuto particolare attenzione e sostegno da parte del governo cinese per lo sviluppo delle loro attività di ricerca, formazione e sviluppo internazionale.

Oggi i programmi di scambio si fanno più articolati  e stanno evolvendo verso nuovi modelli che tengano conto di diverse componenti; uno dei primi obiettivi è la progettazione di programmi di scambio che non si limitino ad attirare studenti cinesi, ma promuovano la mobilità di studenti di talento nei due sensi, da e verso le migliori università cinesi, con il grande valore aggiunto di fornire a questi studenti un orizzonte realmente multiculturale spendibile su un mercato del lavoro sempre più globale, che guarda con interesse ai paesi asiatici. Per raggiungere questo obiettivo, da un lato si è avviata una sperimentazione che ha permesso ad alcuni studenti cinesi di affrontare la prova di ammissione a Pechino e Shanghai, con numeri ancora contenuti ma risultati pienamente soddisfacenti in termini di qualità degli studenti; dall’altra parte, dopo il positivo avvio della Doppia Laurea in Architettura tra Politecnico di Torino e Tsinghua University, sono allo studio nuovi programmi di formazione internazionali, che rispondano alle esigenze emergenti dei diversi contesti e mercati, espresse dai territori, dal tessuto industriale e dalle amministrazioni locali, e favoriscano la mobilità reciproca degli studenti di dottorato di ricerca (nel 2016 tre nuovi accordi di doppio titolo per il dottorato con la Xi'an Jiaotong University e la South China University of Technology).

Iniziative di formazione e programmi didattici di scambio hanno avuto l'effetto positivo di favorire le relazioni tra gli atenei, ormai pienamente pronti a creare partenariati nei settori della ricerca e del trasferimento tecnologico;  sono molto interessanti, a questo proposito, le attività di collaborazione nel settore dell’Architettura e dell’Automotive. La creazione di piattaforme multidisciplinari strettamente legate ai contesti socio-economici di riferimento, come il South-China Torino Collaboration Lab fondato nel 2015 Guangzhou tra il Politecnico e SCUT, possono essere una base per far crescere ulteriormente queste collaborazioni per lo sviluppo dei territori cinese e italiano. Guardando al futuro, non solo i territori più sviluppati, ma anche le province centrali ed occidentali della Cina, che oggi attirano investimenti massicci, possono rappresentare realtà interessanti per esplorare opportunità di collaborazione con gli attori locali in vari ambiti, quali – solo per citarne alcuni -  l’innovazione tecnologica, lo sviluppo urbano ed industriale, l'agricoltura sostenibile, la mobilità.

Un esempio delle relazioni che il Politecnico sta stringendo con soggetti sul territorio cinese è la collaborazione con la Municipalità di Zhaoqing, nella provincia del Guangdong. Qui il Politecnico è stato nominato consulente urbanistico-architettonico per la riqualificazione delle mura della città storica, antica più di mille anni. Inoltre, nel mese di agosto è stato stabilito un accordo per un ruolo di partner scientifico nella realizzazione della New Town di Zhaoqing, in fase di cantiere. Questo Osservatorio Urbano potrà essere il volano per il coinvolgimento di imprese e istituzioni italiane in questa grande trasformazione urbana.

Obiettivo dei prossimi anni sarà pertanto, oltre a nuove azioni mirate nel campo formativo, sicuramente il miglioramento ulteriore della collaborazione nelle attività di ricerca. Particolare attenzione sarà dedicata allo scambio di personale accademico e all'attrazione di visiting professors riconosciuti a livello internazionale: una delle posizioni da visiting professor al Politecnico è stata recentemente assegnata ad un professore cinese, l’architetto Zhang Li, Chair della Scuola di Architettura della Tsinghua University.

“Il nuovo processo di sviluppo dell’Ateneo ha richiesto di rivedere e aggiornare i modelli tradizionali di internazionalizzazione”  spiega il Rettore Marco Gilli, che prosegue: “La mobilità, in ingresso e in uscita, rimarrà fondamentale per la formazione degli studenti, ma diventerà sempre più importante offrire percorsi formativi coordinati tra Atenei, in linea con il modello PoliTong, di cui celebriamo il decennale. Le collaborazioni internazionali tra gruppi di ricerca resteranno irrinunciabili per il consolidamento delle comunità scientifiche, ma i progetti di maggior respiro scientifico e culturale avranno una dimensione più trasversale, che richiederà il coinvolgimento di una pluralità di strutture di ricerca e quindi un rapporto istituzionale tra gli Atenei. Più in generale il processo di internazionalizzazione dovrà coinvolgere il sistema socio-economico che ruota intorno agli Atenei, fino alla creazione di campus universitari all’estero, e gli Atenei diventeranno sempre di più un partner fondamentale per l’internazionalizzazione e conseguentemente per la competitività dei Territori.

Le relazioni con la Cina e le Università cinesi rappresentano il modello più avanzato delle nostre politiche di internazionalizzazione. Dopo aver promosso la mobilità, raggiungendo percentuali di studenti cinesi tra le più elevate in Italia, stiamo potenziando le nostre relazioni con  le migliori università cinesi e sviluppando insieme progetti strategici di ricerca e trasferimento tecnologico; oggi la presenza del Politecnico in Cina si sta sempre più delineando come quella di un vero e proprio partner economico per gli attori del tessuto socio-economico. Sono ormai riconosciute nel Paese, in Europa e nel mondo le competenze del Politecnico sulle tematiche di ricerca di maggior interesse per le istituzioni cinesi e al nostro Ateneo viene sempre di più richiesto, anche da prestigiose università quali il MIT e l’EPFL, di avviare congiuntamente partnership strategiche nel paese asiatico”.

  

 

 

 

 

 

“PIANO CINA”

Le prospettive di sviluppo delle attività del Politecnico nel Paese asiatico

 

1. Sviluppo di centri di ricerca o laboratori congiunti in Cina

L’obiettivo è quello di portare il Politecnico a interagire con gli attori istituzionali e con il mercato locale, consolidando allo stesso tempo collaborazioni già mature e proponendo nuove attività:

  1. Tsinghua University, Pechino: dal 2008 il Politecnico e la Tsinghua University collaborano nell’ambito della ricerca e della formazione sui temi dell’Architettura e dell’Urban Design tramite iniziative di Joint Studio (che hanno visto finora lo scambio di circa 100 studenti tra le due Università) e di Doppio Titolo sul livello della laurea magistrale dal 2014. Vi è stato scambio anche a livello di docenti, con Michele Bonino Visiting Professor per due semestri primaverili (2013 e 2014) e Zhang Li attualmente visiting professor del Politecnico. Inoltre, Politecnico e Tsinghua (presso il cui campus ha avuto sede il progetto EC2) collaborano a progetti di ricerca congiunti finanziati attraverso CSP e Fondazione CRT. Durante i recenti incontri è inoltre emerso l’interesse comune a sviluppare due ulteriori iniziative, attualmente in fase di verifica:

 

-      Tsinghua – Polito Architecture Joint Center, per facilitare la presenza e lo scambio di staff e ricercatori nell’ambito dell’Architettura, con l’obiettivo di condurre attività di ricerca interagendo con i bisogni dei rispettivi territori e mercati, in particolare rispetto a temi di particolare interesse sociale.

-     Collaborazione Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022, verificando la possibilità di incontro tra le richieste del governo locale di Zhangjiakou (sede dei Giochi), che ha affidato a Tsinghua uno studio di fattibilità sulle strutture, ed eventuali idee e proposte di Polito e di Torino sulla base dell’esperienza del 2006. L’iniziativa copre diverse aree, quali in primo luogo l’impatto ambientale delle opere olimpiche: Zhangjiakou sarà infatti al centro di importanti azioni sulle infrastrutture che avranno impatto su una comunità ridotta e scarsamente inquinata.

b.  South China-Torino Collaboration Lab (inaugurato nel maggio 2015, collaborazioni dal 2009): implementazione delle attività di ricerca applicata (Architettura e Ingegneria) nella Provincia del Guangdong; si sta verificando l’ipotesi di trasferire qui l’e-GOV center di Shenzhen.

c.   Sino-Italian Campus di Tongji a Shanghai: rilancio del campus realizzato 10 anni or sono a Shanghai con l’iniziale contributo del MIUR, puntando a un allargamento dell’attuale missione didattica verso nuove iniziative di ricerca applicata.

d.  Sino-Italian Center for Smart Cities a Luoyang: l’Ateneo intende esplorare la possibilità di dare avvio ad un campus a Luoyang, per un posizionamento strategico ed economicamente fruttuoso per il Politecnico nella provincia dell’Henan.

 

2. Collaborazioni strategiche di natura accademica

Collaborazioni nell’ambito della formazione, dello scambio di studenti e di docenti, dei programmi di doppio titolo in particolare al livello PhD, con l’obiettivo di aumentare il numero di studenti in scambio con sedi di eccellenza e rinforzare la presenza di Dottorandi Cinesi a Polito, anche attraverso il supporto finanziario di enti cinesi. La partnership sarà condotta, con le Università cinesi più importanti nell’ambito della scienza e della tecnologia, quali ad esempio Tsinghua University, Shanghai Jiaotong University, South China University of Technology, Beijing Institute of Technology (BIT), Harbin Institute of Technology (HIT), Beihang, Southeast University di Nanjing, Xi’an Jiaotong University, Chongqing University, Huazhong University of Science and Technology

 

3. Collaborazioni con Università ed Enti occidentali, candidandosi come ponte tra la Cina e Università/istituzioni interessate a questi scambi

Anche attraverso la partecipazione al programma europeo H2020 (bando EU-China sustainable urbanization), l’obiettivo è quello di collocare il Politecnico al centro del dibattito internazionale su temi cinesi; si sono avviati primi contatti in particolare nelle aree:

 

- Ingegneria-Automotive: network con Windsor University (Canada), SCUT - tramite il South-China collaboration LAB - e Tongji University in stretto rapporto con le aziende produttive del settore;

 

- Architettura: network con Ecole Politecnique Fédérale de Lausanne, Massachusetts Institute of Technology - Samuel Tak Lee Lab, Tsinghua University;

 

- Energia: network nell’ambito del Siebel Energy Institute (USA – da poco partner anche Tsinghua).

 

 

4. Promozione del Politecnico di Torino in Cina

Tramite azioni presso le migliori Scuole Superiori, Università partner, fiere o altri eventi organizzati ad hoc, organizzazione dei test “in loco” per l’ammissione ai corsi del Politecnico.