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In Ateneo

L’industria del software libero: l’esperienza francese

14 Maggio 2018

Oggi la nostra vita è pervasa dall’utilizzo di software: li usiamo per fare acquisti, informarci, giocare, solo per citare alcune delle attività che richiedono l’impiego di un software. Se quest’ultimo è proprietario, possiamo solo usare lo strumento, senza sapere come funziona, mentre con il software libero il paradigma si capovolge, perchè i codici sorgente si possono conoscere, modificare e riutilizzare.

In Francia, il mercato del software libero oggi vale 5 miliardi di euro, pari a circa il 10 % del mercato ICT. Il professor Roberto Di Cosmo, docente dell’INRIA Université Paris Diderot, uno dei principali artefici dell’affermarsi Oltralpe di questo mercato, ha presentato al Politecnico l’esperienza francese, convinto che se ne possa trarre esempio anche per il nostro Paese: “Oggi il modo di produrre software che non è più quello di 40 anni fa e l’economia può averne un beneficio anche in Italia: i rischi che si sono presi in Francia, dove il movimento del software libero è cominciato 20 anni fa, oggi non esistono più, né dal punto di vista economico né da quello tecnologico, ma serve un accompagnamento da parte della pubblica amministrazione per instradare il mercato e costruire un ecosistema favorevole”.

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L’incontro, rivolto proprio alle pubbliche amministrazioni, si è tenuto questa mattina su iniziativa del Centro Nexa su Internet e Società, organizzato da Politecnico e Università di Torino, Città di Torino, Fondazione Torino Wireless, Istituto Superiore Mario Boella, CSI Piemonte e Gruppo ICT dell'Unione Industriale di Torino. Dopo l'introduzione della Prorettrice Patrizia Lombardi, hanno discusso con il professor Di Cosmo Carlo Mochi Sismondi (Presidente Forum PA), Riccardo Iaconelli (TeamDigitale Palazzo Chigi) e il delegato del Rettore a Cultura e Comunicazione Juan Carlos De Martin, co-direttore del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino.

Domani, un secondo incontro all’Unione Industriale coinvolgerà invece le Imprese, grandi e piccole, che intendono comprendere come l’open source possa essere leva di sviluppo.

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