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In Ateneo

Mobilità e trasporti nella “Fase 2”

29 Aprile 2020

Passaggi della metropolitana automatica più frequenti, arrivando a un treno ogni 70 secondi quando compatibile con la flotta e relativa gestione, imprescindibile l’uso delle mascherine per distanze inferiori a un metro, orari di entrata e uscita dai luoghi di lavoro più diluiti con prolungamento del lavoro agile fino a quando necessario al fine di assorbire i picchi di traffico, prenotazione obbligatoria dei posti dove possibile. Sono solo alcune delle misure proposte per la mobilità nella Fase 2 dal rapporto stilato dalla Commissione “Trasporti, Mobilità, Infrastrutture e Sistemi” dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino e del Politecnico di Torino (gruppo di Trasporti delegato).  Scopo dello studio, condiviso con amministrazioni e aziende, come si legge nella premessa è: "evidenziare quali possono essere le ricadute sul sistema dei trasporti derivanti dall'epidemia e proporre delle azioni finalizzate alla risoluzione dei problemi incorsi o temuti".

Il documento inizia con un’analisi dei flussi degli spostamenti, che conferma quanto tutti possiamo constatare guardando le strade semi-vuote: in Piemonte, così come nel resto del Paese, si è registrata una drastica diminuzione a seguito dell’emanazione delle restrizioni: nei giorni feriali la diminuzione dei chilometri percorsi è in media del 70%, dato che arriva a toccare una diminuzione del 90% nei giorni festivi. Quasi invariati, invece, i flussi in entrata dalle regioni adiacenti al Piemonte legati principalmente al trasporto merci, mentre quelli in uscita hanno subito un locale aumento nei giorni dell’emanazione dei DPCM verso Liguria e Regione Valle d’Aosta, spesso sede di seconde case per i piemontesi. Rende bene il quadro della situazione italiana la diminuzione del consumo di carburanti: in marzo i consumi di petrolio si sono ridotti di circa un terzo (-31%) con un dimezzamento netto per il carburante tipico di autoveicoli e motoveicoli, la benzina (-51,9%), e con un taglio di due terzi (-66,4%) per il cherosene degli aerei, rimasti per lo più a terra.

Cosa succederà ai trasporti quando i vincoli dei decreti si attenueranno dipenderà molto dalle situazioni dell’emergenza, ma anche da fattori tecnici e culturali, quali ad esempio la necessità di sanificazioni periodiche, la protezione delle vie aeree grazie a dispositivi idonei e distanziamento interpersonale, la fondamentale gestione della domanda - sia con il contenimento sia con la diluizione del traffico -  e la diversificazione modale: minori flussi veicolari, abbattimento degli incidenti stradali, estensione alla popolazione di verifiche relative al COVID, che si accoppiano con un sistema ospedaliero già assai sotto pressione per i ricoveri e con il decollo dell’e-commerce associato alla distribuzione capillare nelle ore diurne, seppure limitatamente al transitorio della Fase 2

Per quanto riguarda il trasporto di persone, le soluzioni proposte vanno comunque ad agire più sulla domanda di mobilità (orari di lavoro flessibili, lavoro agile esteso nei prossimi mesi, protezioni personali obbligatorie per chi utilizza i mezzi pubblici), che sull’offerta di trasporto (più treni o mezzi pubblici, più tecnologie, variazioni dei servizi, ecc.), offerta che solo in parte può riuscire ad adeguarsi in tempi molto brevi. Per il trasporto merci e la logistica l’offerta invece è riuscita in parte ad adeguarsi già in questi mesi alle nuove esigenze, ma entro determinati limiti e con grossi sacrifici economici.

Un obiettivo importante da perseguire, sottolineano gli estensori del rapporto, è il contenimento del traffico privato, verso il quale si potrebbe essere spinti nella Fase 2 per motivi di protezione da eventuali contagi; la rete viaria, però, non potrebbe reggere – a parità di domanda di spostamenti ante COVID - una riconversione anche solo marginale di domanda di trasporto pubblico in quello privato: “La Cina lo sta dimostrando: strade intasate, ritardi inaccettabili, inquinamento alle stelle”, ricorda il professor Bruno dalla Chiara, che ha coordinato la stesura del Rapporto: “È invece corretto differenziare tra le varie modalità di trasporto, inclusi gli spostamenti pedonali, la bicicletta, la micro-mobilità – pur sempre ricercando lo spostamento in sicurezza  (sia incolumità fisica  sia preservazione delle vie aeree) - mantenendo molto attrattivo il trasporto pubblico e il trasporto condiviso in via generale, seppure con una domanda di trasporto persone più bassa, come dovrà obbligatoriamente essere fino ad autunno inoltrato, grazie all’adozione di modalità di lavoro da casa, alla diluizione degli orari di ingresso in azienda e alla conservazione di attività didattiche a distanza su grossi numeri di studenti ormai maturi, tipicamente quelli accademici”.