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Ricerca e innovazione

BROAD P.I.T.T. 2, ricerca e innovazione per le PMI piemontesi

31 Maggio 2017

Si è tenuta ieri pomeriggio, in occasione dell’Assemblea annuale di Piccolindustria la presentazione dei risultati di BROAD P.I.T.T.2, alla presenza delle aziende interessate, dei soggetti organizzatori e dei partner. Ma in cosa consiste questa esperienza di “innovazione sul campo”?

Il progetto BROAD P.I.T.T. nasce nel 2015 per dare supporto alle PMI che hanno esigenza di introdurre elementi di innovazione nel proprio business model, ma che non dispongono dei mezzi per farlo in maniera autonoma. Le risorse da impiegare possono essere strumentali,  finanziarie, di personale, di know-how, di tempo: in ogni caso si tratta di investimenti che, nel bilancio di un’impresa non particolarmente strutturata o di piccole dimensioni - spesso a conduzione familiare - risultano di difficile reperibilità se non del tutto inaccessibili. Rispetto al core business aziendale sovente il management comprende la necessità di sviluppare un prodotto innovativo o di mutare il processo produttivo, ma non ha le possibilità di muoversi in una simile direzione. Il rischio allora è di perdere il passo con la concorrenza o ritardare l’evoluzione dell’azienda, aumentando il gap tecnologico e commerciale con i competitor di riferimento.

Per il Politecnico di Torino BROAD P.I.T.T. esprime una effettiva possibilità di testare e mettere a frutto le proprie metodologie e conoscenze. In particolar modo permette di intessere col territorio ed i suoi attori –sia pubblici che privati- uno stretto legame, e di generare ricadute positive in termini di nuove professionalità e di valorizzazione dei risultati delle proprie ricerche e tecnologie,  traducendo nella pratica alcune delle attività di trasferimento tecnologico, che rappresenta la sua “terza missione”, insieme  all’insegnamento e alla ricerca.

In quest’ottica è stata organizzata da Politecnico di Torino, Piccolindustria e Intesa San Paolo la prima edizione “sperimentale” di BROAD P.I.T.T., che già nel nome indica il senso dell’iniziativa: portare ad una base diffusa (“broad”) di aziende gli strumenti e le capacità di innovare (Piccola Impresa Trasferimento Tecnologico), attraverso un percorso di coaching che include un alto livello di specializzazione, di consulenza e di offerta di proprietà intellettuale. Per ogni singola impresa si parte dall’analisi delle esigenze e delle strategie commerciali e viene preparato il relativo progetto di innovazione. A seconda dei casi ci può dunque essere un maggiore peso delle varie fasi del processo:  la definizione dell’idea di progetto, il “go to market”, il miglioramento funzionale, la comunicazione e design, l’adattamento in azienda.

L’azienda selezionata per il primo evento è stata la CASIT, azienda del torinese che si occupa di sistemi di automazione e controllo varchi, e che da subito ha messo in pratica le indicazioni dei tutor, agendo su design, management, tecnologia, pianificazione finanziaria e ridefinizione del mercato di riferimento.

Grazie ai buoni risultati ottenuti e alla sinergia tra gli organizzatori, si è giunti nel 2016 a BROAD P.I.T.T. 2, che da una parte ha visto aumentare a 10 il numero di aziende coinvolte nei più svariati settori, e dall’altro ha registrato l’ingresso di Deloitte tra gli organizzatori per aumentare l’efficacia della consulenza aziendale, e dell’Università di Torino che si è occupata di un progetto specifico. Rispetto alla prima edizione si è passati ad uno scenario più articolato e con numerosi soggetti, cercando di migliorare il sistema di collaborazione tra mercato e università.

Nel corso della serata conclusiva di ieri è stato dunque spiegato il metodo impiegato dalle varie imprese per arrivare ad ottenere la migliore soluzione. Imprenditori, professionisti e docenti sono intervenuti per spiegare ciascuno un particolare aspetto dell’intero processo. Ne è emerso un quadro generale che, al netto di alcune fisiologiche situazioni di difficoltà, nella sostanza ha dato grandi soddisfazioni a tutti (in un caso si è addirittura arrivati alla quintuplicazione del fatturato). In particolar modo dalle testimonianze è risultata vincente la possibilità di aver “creato un sistema” di interazione tra soggetti e competenze diverse, che ha arricchito tutti ed ha permesso alle aziende di trovare una via di uscita dalla crisi e di rinnovare lo spirito imprenditoriale.

Vediamo oggi il risultato straordinario dei nostri sforzi –ha detto il Vice Rettore Emilio Paolucci-per applicare concretamente il trasferimento tecnologico. Il Politecnico ha dato un aiuto tangibile al territorio mettendo a disposizione non solo le nostre competenze ed i nostri strumenti, ma soprattutto una visione del futuro fatta di collaborazione ed innovazione: è su questi elementi che poggiano le grandi trasformazioni che le tecnologie stanno introducendo nelle nostre vite”.

Durante la tavola rotonda conclusiva, alla quale hanno partecipato Giuseppina De Santis (Assessore regionale alle Attività produttive ed Innovazione), Dario Gallina (Presidente Unione Industriale Torino), Luca Calò (Responsabile Coordinamento Territoriale Intesa Sanpaolo), Gianmaria Ajani (Rettore Università Torino) e Stefano Serra (Vice Presidente Piccolindustria),il Rettore Marco Gilli così ha delineato il quadro futuro della collaborazione tra il Politecnico ed il mondo imprenditoriale : “Abbiamo voluto che le imprese interagissero ancora di più con il Politecnico. Così abbiamo creato un ufficio dedicato al trasferimento tecnologico che fosse l’unico interfaccia verso il sistema socioeconomico. Come dimostra l’esperienza di BROAD P.I.T.T., i risultati sono arrivati. Abbiamo messo a disposizione i nostri migliori ricercatori perché i progetti erano impegnativi. Per essere ancora più efficaci in futuro abbiamo creato i centri interdipartimentali focalizzati sulle tecnologie emergenti, basati su un modello collaborativo. Vogliamo stimolare l’innovazione partendo dalla formazione, che va fatta a tutti i livelli perché è cruciale per lo sviluppo dei nuovi modelli industriali”.