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Ricerca e innovazione

Sulle tracce dei ghiacciai: nella spedizione Alpi 2020 coinvolto il GlacierLab del DIATI

24 Luglio 2020

Dopo 10 anni di ricerca iconografica e lavoro fotografico - scientifico, il progetto “Sulle tracce dei ghiacciai” taglia finalmente il traguardo. Il 24 luglio Fabiano Ventura, dopo Karakorum 2009, Caucaso 2011, Alaska 2013, Ande 2016 e Himalaya 2018 è partito, insieme alla sua squadra e a tutti i ricercatori coinvolti, per la spedizione Alpi 2020. L’ultima di un percorso decennale che, coniugando l’arte fotografica, la tecnologia, le ricerche sul campo e la divulgazione scientifica, chiude un progetto che ha dato vita al più grande archivio mondiale di confronti fotografici sui principali ghiacciai del Pianeta per testimoniare lo stato di salute della Terra.

Per quest’ultima spedizione, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, il lavoro di preparazione e di ricerca iconografica (iniziato oltre un anno fa) non si è mai fermato e ha completato un lavoro minuzioso con oltre 70 archivi fotografici visitati in più di 100 fondi tra musei, fondazioni, società geografiche, biblioteche nazionali e civiche di tutta Europa.

L’itinerario di quest’anno percorrerà l’arco alpino tra il 24 luglio e metà settembre ripetendo, con macchine fotografiche di grande formato a pellicola, gli scatti dei fotografi di fine ‘800 e primi del ‘900. L’obiettivo è quello di realizzare il più consistente archivio di confronti fotografici sulle Alpi e raccogliere dati scientifici sulla condizione dei ghiacciai alpini.

Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Rosa, Bernina, Ortles-Cevedale, Adamello, Dolomiti, Alpi Giulie. Queste le principali destinazioni del team, composto da fotografi, registi e ricercatori, al quale si aggiungeranno cinque gruppi di scienziati, provenienti da vari istituti di ricerca e università che saranno presenti sul campo e che svolgeranno nell’ambito della spedizione Alpi 2020 le loro attività di ricerca con metodologie di volta in volta diverse. Accanto a Università Statale di Milano, SGL (Servizio Glaciologico Lombardo) e CGI (Comitato Glaciologico Italiano) scenderà in campo in questa spedizione anche il DIATI - Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico, che ha istituito nell’ambito del progetto di ricerca quinquennale “Dipartimento d’Eccellenza - cambiamenticlimatici@polito”, finanziato dal MIUR, il glacierlab”, laboratorio di monitoraggio dei cambiamenti climatici sui ghiacciai attraverso rilievi geomatici e indagini geofisiche, per la ricostruzione delle superfici glaciali e lo studio dei processi di fusione, operante da alcuni anni principalmente sulle Alpi.

“Una delle finalità del laboratorio è la sperimentazione e ottimizzazione di misure geomatiche per la ricostruzione delle masse glaciali e della loro evoluzione. Verranno effettuate delle campagne di misura su ghiacciai con tecniche terrestri e aree integrate, la cui elaborazione porterà a una ricostruzione spazio temporale per la stima delle variazioni di volume, delle velocità di avanzamento del corpo glaciale e della fusione. Tali elaborazioni potranno arricchire il materiale fotografico prodotto da Ventura con dati scientifici e metrici relativi all’evoluzione dei ghiacciai osservati, che rielaboreremo anche in vista della fase divulgative dei risultati del progetto – afferma Alberto Cina, referente del glacierlab – In particolare, le attività si svolgeranno nel Massiccio del Monte Rosa, dal lato valdostano e piemontese dove sono in corso misure di monitoraggio dal 2015.”

Durante il percorso, facendo sosta in alcune delle località più significative dell’arco alpino, sono in programma eventi che hanno lo scopo di sensibilizzare il pubblico sul tema dei cambiamenti climatici. Si comincerà il 24 luglio a Torino dove presso il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi è in corso, fino al 30 agosto, la mostra “Sulle tracce dei ghiacciai”, per proseguire con la tappa al Forte di Bard dove il  31 luglio sarà inaugurata la mostra “L’adieu des glaciers. Monte Rosa, ricerca fotografica e scientifica” che prevede l’esposizione di una stampa fine-art di 3 metri dell’imponente immagine di confronto del ghiacciaio Upsala come testimonianza internazionale dello stato in cui versano alcuni ghiacciai del mondo. 

Se c’è una cosa positiva dell’emergenza sanitaria - dice Fabiano Ventura - è una maggiore consapevolezza di quanto abbiamo ferito il nostro pianeta. Dal canto mio ho sempre sentito la responsabilità e l’urgenza di comunicare, attraverso il mio lavoro, questo messaggio. Per questo motivo partire per l’ultima tappa del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai” mi emoziona particolarmente.  E’ la chiusura di un ciclo che ha significato oltre 10 anni di fatiche, ma anche di grandi soddisfazioni soprattutto per aver contribuito alla conoscenza e allo sviluppo di una maggiore sensibilità nei confronti del tema dei cambiamenti climatici. Le foto lasciano parlare la realtà e i confronti fotografici, che paragonano la situazione di oggi con quella di 100 anni fa, esprimono con forza il grido di dolore della Terra. Guardandoli siamo costretti ad ascoltarlo”.

Con la spedizione “Alpi 2020”, preceduta, nell’estate del 2019, da una pre-spedizione che si è svolta sui versanti italiani del Monte Bianco, del Monte Rosa e del Bernina, si conclude una prima e lunga fase del progetto dedicata principalmente alla realizzazione dei confronti fotografici e delle ricerche scientifiche. Inizierà poi una fase maggiormente dedicata alla divulgazione dei risultati nelle scuole, nei musei, in ambiente scientifico per diffondere il più possibile tra il grande pubblico e soprattutto tra i giovani il messaggio inequivocabile che ci arriva dalla natura.

Un grande sforzo – sottolinea Fabiano Ventura – al quale hanno partecipato in tanti, a cominciare dagli sponsor che hanno creduto in noi. Tra questi Enel Green Power, nostro main sponsor, che già all’inizio di questa avventura ha scelto, con lungimiranza e visione, di  condividere con noi i valori della sostenibilità e della salvaguardia ambientale”.

La spedizione si svolgerà anche grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cariplo.
Per tutti gli spostamenti il team si avvarrà esclusivamente di mezzi a tecnologia ibrida a ricarica Volvo, mentre il DIATI metterà in campo per la prima volta il suo MovingLab, laboratorio mobile dotato di sensoristica per l’acquisizione di dati in movimento e la loro elaborazione in tempo reale.

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