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Ricerca e innovazione

Una visiera prodotta con tecnologia 3D per ridurre il contagio da Covid-19

7 Maggio 2020

In questa emergenza sanitaria che ha visto medici e infermieri in corsia ad affrontare il Coronavirus, la possibilità di disporre di dispositivi di protezione individuale è diventata sempre più necessaria e, con il passare dei giorni, più difficile da soddisfare con l’esaurirsi delle scorte. Da questo bisogno nasce l’idea di una visiera progettata da Andrea Novaresio del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione, all’interno del suo percorso di dottorato interateneo con l’Università degli Studi di Torino in Bioingegneria e scienze medico-chirurgiche 3D a supporto della chirurgia.

Una visiera che diventa la prima barriera in grado di proteggere gli occhi e le mucose della bocca, creando una schermatura per tutto il volto contro le infezioni da contatto: grazie alla progettazione e alla stampa in 3D i tempi di realizzazione, oltre a semplificarsi, si accorciano. Partendo dai dati di una TAC, Novaresio ha dunque creato un modello tridimensionale comprensivo dei tessuti “molli” e intorno a questi ha costruito il profilo anatomico di un archetto, che viene poi stampato grazie a una stampante 3D di tipo “Fused deposition modeling”; nella parte posteriore dell’archetto sono presenti due asole per l’inserimento di una striscia di velcro che lo bloccherà sul cranio del medico o dell’operatore sanitario, mentre nella parte anteriore si incollerà mediante nastro bi-adesivo il riparo trasparente in plastica.

Un progetto ha preso forma nei due laboratori universitari: il 3DLab del Politecnico che si occupa di interazione uomo-macchina, visualizzazione, acquisizione e gestione dei dati 3D, applicate anche allo sviluppo di metodologie innovative per la progettazione di prodotti, ai sistemi diagnostici e chirurgici, al design emozionale e all'analisi del volto con tecniche di machine learning; e il Laboratorio della Chirurgia Maxillo-facciale dell’Università, solitamente incentrato su pianificazione chirurgica virtuale integrata con tecnologie di stampa additiva a servizio degli interventi ad alta complessità del volto, temporaneamente modificato e riconvertito a supporto delle esigenze del momento. La capacità di stampa combinata delle macchine di prototipazione dei due laboratori permette di stampare circa trenta archetti al giorno ed ha dunque permesso di fornire queste protezioni in tempi brevi al personale sanitario.

Questa attività di ricerca nel campo dei sistemi chirurgici si colloca all’interno di un accordo quadro di collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione – con i docenti Sandro Moos, Enrico Vezzetti e Stefano Tornincasa – e il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi di Torino – con i docenti Giovanni Gerbino e Guglielmo Ramieri della Divisione Universitaria di Chirurgia maxillo-facciale delle Molinette.

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