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Studenti@PoliTO

Otto scenografie per Macbeth

6 Luglio 2018

In mostra fino al 10 settembre a Palazzo Madama le otto proposte di scenografie per Macbeth degli studenti di architettura del Politecnico di Torino. Curata da Roberto Monaco, Valentina Donato, Claudia Boasso, Attilio Piovano, Loris e Martina Poët, l’esposizione presenta le maquette realizzate dagli studenti dell’ultimo anno della laurea in Architettura del Politecnico, in collaborazione con il Teatro Regio di Torino.

Se nel 2016 i progetti realizzati nel workshop dedicato a Madama Butterfly  di Giacomi Puccini erano stati esposti al MAO-Museo d’Arte Orientale, in una cornice ideale per l’ambientazione esotica dell’opera,  quest’anno la scelta dei curatori è caduta su Palazzo Madama, sia in considerazione delle precedenti collaborazioni con il Teatro Regio durante le celebrazioni del 2011, sia per i molti possibili confronti con le collezioni museali, che vantano un ricco patrimonio di stampe e disegni a soggetto teatrale, firmati da artisti attivi nel Settecento per la corte sabauda, come Filippo Juvarra e i fratelli Bernardino e Fabrizio Galliari.

Le opere in mostra sono  il  frutto  di  una  sinergia  di  competenze  e conoscenze tecniche, artistiche e musicali e costituiscono il risultato di un workshop di durata annuale, nel corso del quale gli studenti hanno affrontato la complessità della macchina dello spettacolo, in particolare dell’opera lirica, approfondendo nello specifico lo studio del Macbeth di Giuseppe Verdi, il cui libretto è tratto dal Macbeth di William Shakespeare. Il workshop si è svolto nell’anno accademico 2016-17 in significativa concomitanza con le celebrazioni per i 400 anni dalla morte del grande drammaturgo e poeta inglese.

Si tratta di un progetto variegato, realizzato in gran parte presso i laboratori di scenografia del Teatro Regio di Torino a Settimo Torinese, rivolto agli studenti dei corsi di laurea magistrale dell’area dell’Architettura. Ogni anno il laboratorio si svolge a numero chiuso e coinvolge una quarantina di studenti riuniti in una decina di gruppi, che partecipano a lezioni  frontali di carattere storico-musicale e scenografico,  anche con l’intervento di professionisti del settore: registi, scenografi, giornalisti, critici, cantanti. Questa prima fase è propedeutica al lavoro vero e proprio di progettazione architettonica dell’allestimento.

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Già nel corso delle edizioni precedenti del workshop, che videro oggetto di studio varie opere di musicisti italiani dell’Ottocento, e che in quest’anno accademico 2017-18 è dedicato al Don Giovanni di Mozart, gli studenti hanno potuto cimentarsi con un progetto di scenografia, che ha condotto all’elaborazione di bozzetti, tavole tecniche, campioni di elementi di scena. È questo il materiale che occorre produrre nella realtà per l’allestimento di un’opera lirica, confrontandosi con le tecniche costruttive e i materiali imposti dal palcoscenico, in particolare da quello del Teatro Regio di Torino.

In mostra è dunque possibile ammirare progetti veri e propri, potenzialmente pronti per una messa in scena, molto dissimili l’uno dall’altro, frutto della creatività di giovani e fantasiosi studenti, che si sono accostati con entusiasmo e competenza al mondo fatato e magico della lirica, al quale erano perlopiù estranei. Un’avventura affascinante e pressoché unica nel loro percorso di studi, che ricorderanno certo con piacere e che forse, per alcuni di loro, potrà costituire il possibile sbocco per un’attività professionale, come ha ricordato il professor Roberto Monaco, che ha seguito la progettazione di questo workshop fin dalla sua prima edizione: “Si tratta di un’idea nata sei anni fa, con l’obiettivo di proporre agli studenti un’offerta formativa di carattere professionalizzante nell’ambito dell’architettura. I risultati sono interessanti, con alcuni studenti che hanno partecipato al corso negli  anni scorsi e che oggi lavorano nell’ambito della scenografia e del teatro in generale, con collaborazioni con le principali realtà di Torino nel settore della musica e del teatro”.

Foto: Paolo Formica