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Studenti@PoliTO

Ripercorrere il Vallone di Elva grazie al progetto di mapping 3D del Team Direct

15 Aprile 2020

È stato consegnato al comune di Elva il filmato che elabora e riproduce i modelli di punti generati grazie al progetto di mappatura 3D della strada provinciale 104 realizzato lo scorso luglio dal Team studentesco Direct del Politecnico, coordinato dai professori Andrea Lingua e Nannina Spanò.

Il progetto è originato dall’urgenza di valutare la stabilità dei versanti da parte dei professori Claudio Scavia e Maria Migliazza del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica DISEG e ha coinvolto il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente del Territorio e delle Infrastrutture  DIATI, il Dipartimento di Architettura e Design DAD e il Centro Interdipartimentale FULL – Future Urban Legacy Lab con i  laboratori di Geomatica e G4CH.

Il progetto, nato dall’esigenza degli amministratori locali di valutare il rischio per la strada che prima della frana rappresentava il collegamento diretto delle borgate di Elva all’asse principale della Val Maira, ha visto l’utilizzo di avanzatissimi metodi fotogrammetrici con acquisizioni da droni multi-rotori e di sistemi di mappatura 3D da tecniche di laser scanning terrestre, sia fisso che mobile.

L’incredibile riproduzione di quello che gli abitanti della valle chiamano l’Orrido di Elva non servirà soltanto a identificare gli interventi necessari per ripristinarlo, ma anche a condurre il visitatore – naturalmente virtuale – in una dimensione di vita che rischia di scomparire: attualmente il grappolo di borgate distribuite lungo il vallone conta meno di un centinaio di residenti, mentre i villeggianti e i turisti sono sempre di meno. Eppure si tratta di una valle che ha un elevatissimo valore non soltanto paesaggistico: incastonato nel verde si trova infatti un autentico gioiello medievale, la parrocchiale di Santa Maria con i pregiati affreschi del XIV sec, realizzati da Hans Klemer, il “maestro di Elva”, anch’essa riprodotta fedelmente da miliardi di punti la cui precisione è stimabile in pochi millimetri.

I metodi geomatici applicati al patrimonio naturalistico e alle strutture architettoniche e artistiche delle borgate rappresentano il tentativo di sollecitare interventi pubblici e privati, ma anche un punto di partenza per futuri progetti di valorizzazione che considerino inscindibili i valori territoriali, paesaggistici, architettonici e della vita in montagna, ponendo al centro l’identità culturale dei luoghi.

Gli studi inerenti il patrimonio delle borgate sono legati ad un più vasto progetto che il Politecnico porta avanti da molti anni, Riabitare le Alpi, che studia e approfondisce tutte le tematiche riconducibili al recupero e al ripopolamento delle aree dell’arco alpino.

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