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Una visita virtuale al Museo Egizio per gli studenti del Master in World Heritage

15 Aprile 2020

È culminato con una inedita visita virtuale al Museo Egizio il modulo sulla Digital Transformation in the Cultural Heritage sector tenuto da Danilo Pesce, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione, per il Master in World Heritage and Cultural Projects for Development proposto dall’ International Training Centre dell’ILO - International Labor Organization con la partnership della Scuola Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino.

In origine, nel programma del prestigioso master internazionale di cui la Scuola Master è partner, la visita avrebbe dovuto svolgersi in presenza presso il Museo Egizio, ma i 16 partecipanti al programma di formazione sono dovuti rientrare nei loro rispettivi Paesi di origine a causa dell’emergenza Covid-19.

L’esperimento di seguire on line il curatore del Museo Egizio Enrico Ferraris che, da casa sua, ha accompagnato per quasi quattro ore gli studenti tra le sale deserte da quasi due mesi di chiusura forzata, si è però alla fine rivelata un successo sotto molti punti di vista.

Sotto il profilo didattico, la visita virtuale è risultata una modalità comunque efficace e coinvolgente, in cui gli studenti hanno potuto interagire e fare domande, mentre i curatori del Museo Egizio hanno potuto sperimentare una modalità di comunicazione e disseminazione che potrà in seguito essere standardizzata, visto che le limitazioni richieste dalle misure di distanziamento sociale impongono la progettazione di nuove modalità di fruizione del patrimonio culturale.

I partecipanti – provenienti da Africa, Asia, Europa, Sudamerica e Nordamerica – si sono ritrovati per vivere un’esperienza unica, creando una interazione efficace e costruttiva che è proseguita anche successivamente nella fase di “pitching and feedback” del modulo, in cui sono stati presentati i singoli progetti individuali che per la loro diversità geografica, sociale e culturale hanno dato luogo ad un vero e proprio viaggio (virtuale) attorno al mondo.

Danilo Pesce ha indicato in questa iniziativa una via per erogare formazione di qualità che ha notevoli elementi di novità e di discontinuità nelle modalità con cui musei e atenei possono rendere fruibili i loro archivi. “Se, come diceva Sergio Donadoni, i musei sono lo specchio della società, in un momento difficile di lockdown economico e sociale a livello mondiale questo nostro piccolo esperimento segna un punto di svolta per le pratiche di disseminazione culturale, sia dal punto di vista pedagogico per chi vive l’esperienza digitale che da quello strategico-manageriale per le istituzioni che la erogano. Nel nostro caso la visita virtuale è diventata la via d’accesso privilegiata al contenuto e, l’utilizzo delle tecnologie digitali, ha permesso una diversa trasmissione di significati privilegiando lo storytelling creato da Enrico attorno al contenuto digitale alla fruizione e alla contemplazione dell’oggetto fisico. Il nostro esperimento ci ha insegnato che per assecondare questa diversa trasmissione di significati servono contenuti e tecnologie digitali in grado di interagire con i nostri ospiti (visitatori di un museo e/o studenti di un corso di alta formazione) e di portare all’interno delle loro vite non più un significato legato all’oggetto ma un qualcosa di più ampio e profondo legato alla storia dell’oggetto stesso. Se i contenuti digitali sono di qualità, il canale – fisico vs. virtuale, museo vs. sito web, aula vs. virtual classroom – diventa un veicolo ed il messaggio funziona solo se ha una forma adatta al canale.”

Il Direttore della Scuola Paolo Neirotti vede già altre opportunità di dare continuità a questa traiettoria di innovazione nella didattica. “Potremmo riprendere l’iniziativa avviata con il Museo Egizio per aprire ad esempio l’archivio unico che il Politecnico detiene sui progetti di grandi architetti che hanno lasciato una impronta nella storia dell’architettura moderna. La digitalizzazione di questi archivi e l’erogazione di contenuti sviluppati attorno a questi digital twin ci permetterebbe di valorizzare questa conoscenza in maniera unica e fortemente originale per la formazione continua”.