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premurosa
Ricerca e innovazione

PREMUROSA: il progetto che migliorerà il trattamento dei disturbi muscoloscheletrici

6 Marzo 2020

Formare una nuova generazione di ricercatori creativi, imprenditoriali e innovativi, in grado di affrontare le sfide attuali e future nel campo dell’ingegneria dei tessuti e di convertire le conoscenze e le idee in prodotti e servizi a beneficio economico e sociale: sono gli studiosi, provenienti da diversi paesi europei, che grazie alla formazione ricevuta nell'ambito del progetto PREMUROSA – Precision Medicine for Muscoloskeletal Regeneration, Prosthetics, and Active Ageing, svilupperanno nuove tecnologie e nuove terapie per i disturbi muscoloscheletrici.

Il progetto – che fa parte del programma “Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Network-European Joint Doctorates”, finanziato dal Programma europeo Horizon 2020 – svilupperà un programma triennale riguardante la medicina di precisione per la rigenerazione muscoloscheletrica, le protesi e l’invecchiamento attivo: 13 giovani ricercatori saranno infatti selezionati per un progetto specifico di dottorato di ricerca, con competenze che spaziano dalla scienza dei materiali alla biologia e alla chirurgia, e lavoreranno e ruoteranno tra le diverse sedi europee di università, istituti di ricerca e aziende di Italia, Svizzera, Portogallo, Finlandia, Lettonia, Irlanda e Serbia.

Il campo di studio del progetto è molto attuale: i disturbi muscoloscheletrici infatti colpiscono circa la metà degli over-60, con un forte impatto sulla qualità della vita e un onere significativo per i sistemi sanitari e di welfare. Il trattamento dei disturbi muscoloscheletrici attualmente si basa su procedure chirurgiche protesiche o rigenerative, che spesso comportano impianti di dispositivi medici, che compromettono l’efficacia dei trattamenti. Un miglioramento significativo potrebbe essere ottenuto dalla medicina di precisione, disegnata specificamente sulle caratteristiche individuali del paziente: questo richiede nuovi professionisti altamente qualificati, che svilupperanno nuove strategie per tradurre innovazioni dell’ingegneria dei tessuti in informazioni utili per personalizzare terapie, tenendo in considerazione le caratteristiche del singolo paziente.

Il Politecnico è partner insieme ad altre dieci istituzioni, coordinate dall’Università del Piemonte Orientale: Istituto Ortopedico Rizzoli (Bologna), Aalto University Foundation (Aalto, Finlandia), AO Research Institute Davos (Davos, Svizzera), Riga Technical University (Riga, Lettonia), Faculty of Technology and Metallurgy, University of Belgrade (Belgrade, Serbia), INEB—National Institute of Biomedical Engineering, University of Porto (Porto, Portogallo), Politecnico di Torino, EnginSoft SpA (Trento), Tampere University of Technology, (Tampere, Finlandia), National University of Ireland Galway (Galway, Irlanda).

I membri del consorzio del progetto PREMUROSA nella sede dell'Università del Piemonte Orientale, Centro di Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni ed Allergiche - CAAD   

L’Ateneo ospiterà uno dei giovani ricercatori per lo sviluppo e la caratterizzazione di biomateriali modello per la rigenerazione muscolo-scheletrica, sotto la responsabilità scientifica di Enrica Verné, docente del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia, insieme a un team di ricerca costituito da Silvia Spriano, Francesco Baino, Marta Miola e Sara Ferraris, appartenenti al gruppo di ricerca GLANCE.

“È molto importante comprendere il ruolo che la composizione, la topografia superficiale e la porosità dei biomateriali giocano nell'interazione con le cellule e con il tessuto muscolo-scheletrico, poiché questa è la base per la realizzazione di materiali personalizzati secondo le caratteristiche ed esigenze dei diversi pazienti - spiega la professoressa Enrica Verné a proposito del ruolo scientifico del Politecnico nel progetto -  A questo scopo verranno ideati diversi ‘materiali modello’, tra cui leghe di titanio, vetri e vetroceramici bioattivi, che saranno preparati in varie forme (massivi, micro-polveri e nano-polveri, scaffold a porosità gerarchica dalla macro-scala alla meso-scala), con composizioni chimiche ottimizzate (ottenute per drogaggio con specie ioniche, con specifiche funzioni biologiche) o con una reattività superficiale personalizzata grazie a modifiche topografiche e funzionalizzazioni superficiali, che contribuiranno a modulare la risposta infiammatoria e lo stress ossidativo cellulare. I biomateriali oggetto della ricerca verranno condivisi con l’intero consorzio, allo scopo di individuare protocolli personalizzati per la loro applicazione clinica.

Il progetto PREMUROSA non solo getterà le basi per una formazione innovativa per il conseguimento il dottorato di ricerca, ma contribuirà anche ad affrontare importanti sfide sociali, come l’ottimizzazione delle scelte cliniche e di conseguenza il miglioramento della qualità della vita dei pazienti e la riduzione dei costi per il sistema sanitario. Contribuirà inoltre a migliorare la competitività industriale delle aziende coinvolte grazie all'ottimizzazione dei dispositivi medici e allo sviluppo di nuovi prodotti nell'ambito del progetto.